Su ali di foglie settembrine
che volteggiano nell'aria
ormai secche di pianto
singhiozzo come un'arpa scordata.
È un andante malinconico
che inumidisce gli occhi
mentre le vigne
esplodono di vita.
Sanguino ondeggiando nell'aria
dell'ultimo vento gentile
come il tramonto
incendia l'orizzonte.
M'accoglie il torpore
si socchiudono le ciglia
pesanti di stanchezza
intanto il mosto vive e si fa vino
Esalo il dolore
per un inverno precoce
e le cicale
zittiscono il canto
Ho anima ambulante
che trasporta sudari
rumoreggiano echi
del "de profundis"