Pensavo..
Si, pensavo,
Accarezzando con le punte delle mie dita sottili
Il bordo tormentato di un bicchiere,
A quanto sia strano e particolare a volte lo spirito interiore,
Chi davvero ne conosce appieno le sue stanze
E quanti tortuosi corridoi si diramino
Nella spontaneità di un sorriso,
O nel respiro stanco, nelle parole..
L’incostanza!
La ricerca continua e spasmodica di conferme…
Perdi di vista il centro esatto
E l’asse dei pensieri oscilla,
S’inclina e falsa le prospettive..
Nessuna comunione reale, né regola,
Libertà del dono e fede,
Attese e sospiri….
A volte sembra che la bilancia penda da una parte sola
E che un’invisibile sottilissimo velo impedisca all’occhio interiore di scorgere
Chi e cosa realmente si cela dietro parole cariche e stracolme dell’appellativo, del desiderio..
Non vibra, al tatto, il bicchiere
Perché pieno, troppo..
L’assaggio è fatto, so cosa c’è dentro, ma non è santità, la mia
E non è siero di vena ancora, non del tutto..
Così, lo guardo, indecisa lo prendo.. e faccio qualche sorso,
Nell’attesa che col tempo, forse diventi trasparente e m’inebri del tutto,
In attesa dell’abbandono totale e irreversibile, quint’essenza di verità..
Sorrido..
Lo so, non sarà mai possibile, nessuna sicurezza in questo mondo, nessun abbandono totale,
Nessuna regola fissa..
Solo lo schianto.. lo schianto che fa il seme,
Sottoterra, quando si spacca, scava, risale,
Solo per spuntar fuori….
E respirare!!!
(Questa poesia scritta in prima persona, non è altro che l'interpretazione dei pensieri di qualcuno a me caro... e l'ho voluta esporre in questo modo solo per pura licenza e gusto personale)