E se ci sei l'inverno è amico
sulla panca marrone seduti
col naso alla vetrata
un cielo trafitto da lampi improvvisi
e tuoni strozzati
lontani
e castagne odorose al fuoco
su in collina i ricordi volteggiano nel valzer smozzicato
e poi giù
sgocciolanti dalla grondaia
vapore d'incenso serpeggia nelle stanze in penombra
chiama immagini di chiese vuote e sacrestie ordinate
e punizioni
oratorio e refettorio
cortile dei cento palloni, dei mille bambini
le partite incrociate nel groviglio di gambe nude
le parolacce a mezzabocca e croste sulle ginocchia
che don Mario accarezzava senza ritegno
e ancora sacrestia e strani giochi
e buio e nascondigli
e le tue lacrime spiate
ed i mie occhi non credevano
alle mani di quel porco
spinte
fin dentro l'indecenza.