Naufraghi senza approdi
errano esausti di pecore e compresse.
Perplessi scudi di non so di cosa,
dei loro stessi scudi sono servi.
Nella candida notte d’un ‘sospero’,
lanterne di due porti accenderanno.
Sulla battigia pressa su me il tuo seno,
la tua vagina, scaduti compromessi,
scoperti dentro scatole cinesi.
Gerle colme di scorze d’illusioni,
frutti d’una stagione senza ciclo
ceduti a scaltri merli per del vino,
per fare da sirena in un acquario.
Questo germoglia da una dura legge
che non distingue incudini e martelli.