Quando, a sera, io sento suonare il violino
cammino tra fresche foreste
dove l’anima lenta riposa
e dove danzano liberi bianchi fantasmi.
Nell’aria è già odore di primavera
e il vento si placa.
Quando, a sera, io sento suonare il violino
e le note si fanno più dolci
là dove muore l’onda
corre una dolce fanciulla.
Il suo passo è leggero
rosso il vestito rosse le labbra
come il cielo che a tarda sera
si tinge di fuoco
e colora di vivo le mie passioni.
Quando, a sera, io sento suonare il violino
e s’alzano acute le note
sotto un cielo nero senza vedere il cammino
fuggo accecata da tempeste di sabbia.
E il deserto è arido.
È notte.
Quando, a sera, io sento piangere il violino
anime stanche vagano tristi
nudi i piedi sulla nuda terra.
È l’ultimo giorno di un poeta.
E allora nuovamente, prepotente
risorge un bisogno di vita
e un desiderio mi afferra
di mani, dolcissime mani, impazienti,
sul viso sul corpo
e un ardore profondo mi assale.
Ecco, sono pronta a un nuovo
incontro d’amore.