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L’ORTO DEI SOGNI
Ogni giorno mi hai vista passare
tra i pampini verdeggianti
e le fragili campanule,
dal colore del cielo al tramonto,
che, desiderose di fresca quiete,
si schiudevano a sera,
porgendo un gentile saluto alle rose vicine,
odorose e vermiglie, mai sazie di sole.
Ogni sera hai accolto i miei sospiri
e confortato i miei passi,
seguiti ognora dal mio gatto fedele,
muto compagno delle mie solitudini.
E seduta la' sul muretto
dietro la casa dal bianco sbiadito,
mi hai vista sognare i miei sogni.
Li conoscevi uno ad uno
e tutte conoscevi
le lacrime mie silenziose
che le tue zolle,
amorose mani di madre,
si aprivano a cogliere e celavano mute,
e, guerrieri senza paura,
i fichidindia, laggiù, in lunga siepe schierati,
proteggevano da sguardi sgraditi
il mio quieto vagare tra il verde.
Poi un giorno le mie trecce di bimba
si sciolsero in morbide ciocche
dai colori dorati dell’estate che muore.
E fu una fine d’estate,
orto amico - ricordi? -
che vide morire il passato.
La' , sotto il nespolo, in un triste falò,
coi diari e i quaderni di scuola,
bruciavo i ricordi
che non volevo portare con me.
Stavo muta, a guardare.
Avevo riso e pianto con te, orto amico,
ma ora piangevo soltanto.
Ti lasciavo, partivo lontano
e lasciavo la casa,
le cose più care,
la mamma, il fratello
che pur non volevano vedermi partire.
Bruciavo i ricordi più tristi
e al cuore regalavo speranze.
E un giorno tornai.
Non avevo più sogni.
E distrutte erano ormai le speranze.
E tu non c’eri più, verde orto!
Al tuo posto, un pavimento di fredde piastrelle;
laddove regnava il fico sovrano,
un muro di pietra!
Sono scese due lacrime al cuore.
E, mentre cercavo con gli occhi velati
un pezzetto di verde,
ho sentito un profumo nell’aria,
lo stesso di allora,
e d’improvviso l’ho vista:
quasi nascosta in una piccola crepa del muro,
al primo ombreggiare della sera,
una fragile azzurra campanula
pareva mandarmi,
col suo dolce profumo,
un sussurro.
Di colpo, alla mente,
un sobbalzare di colori,
di grilli e cicale una musica allegra.
Ti ho rivisto, verde orto,
così come allora,
e mi hai parlato con la voce di un tempo.
Mi avevi reso i miei sogni, orto amato,
li ho ripresi con me.
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