Sanguino e non piango;
ferite aperte come labbra
dischiuse in un doloroso sorriso.
Con le mani riaccosto lembi
della mia carne straziata,
senza compiangermi, senza un lamento.
Stringo i denti e mi rialzo
per non vedermi inerte,
per convincermi che non è la fine.
Un tenue raggio di sole
attraversa i miei pensieri,
il piacere del viver si ridesta,
colgo qualche sorriso attorno a me:
un filo di speranza ancor mi resta.