Dio terribile
che ama la carne mortale
d'argilla e acqua
ti invaderò
con lingua calda e gelosa.
Gustare, torturare
ogni tuo segreto.
Indovinare
il tuo sale di mare,
lo zucchero,
il tuo agro sottobosco.
La dolcezza d'orchidea
sgualcita nei petali
e violata
da magma
di sotterranea grandine.
Iniettarti il veleno
blasfemo.
A invasato delirio
condurti
di umori tiepidi
saturi di gemiti,
senza più fiato
né sillabe
per dire la notte
e le sue schegge di luce
di brina perlacea
e i lapilli ribelli
di ubriaco piacere.