Vagai per lungo tempo nel Camposanto;
tutt’intorno lastre di marmo dove bianco,
dove nero,
dove colorato
e fotografie sorridenti
quasi volessero parlare.
Vagavo lentamente
mentre il tempo veloce
se n’andava.
Arrivai da te,
piansi,
ebbi freddo e ti abbracciai,
ma il tuo marmo era più gelido delle mie mani.
la perdita di un qualcosa di caro... ed il soffrire per la sua assenza fisica...è qualcosa di molto forte... complimenti mi hai commosso... posso capire profondamente quello che hai espresso nell'opera.. non è una bella sensazione... se vuoi, vai nel mio profilo... ci sono opere che credo ti possano interessare... credo... complimenti ancora... ciao...
complimenti, l'ultima parte delle mani è la parte essenziale, ha dato attenzione e valore a tutto il resto della poesia, se ti va leggi questi miei racconti così ci diamo un giudizio a vicenda ciao
http://www. poesieracconti. it/racconti/opera-3081
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