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Da te padre

Vagai per lungo tempo nel Camposanto;
tutt’intorno lastre di marmo dove bianco,
dove nero,
dove colorato
e fotografie sorridenti
quasi volessero parlare.
Vagavo lentamente
mentre il tempo veloce
se n’andava.
Arrivai da te,
piansi,
ebbi freddo e ti abbracciai,
ma il tuo marmo era più gelido delle mie mani.

 

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6 commenti:

  • mario mennella il 25/04/2008 22:51
    la perdita di un qualcosa di caro... ed il soffrire per la sua assenza fisica...è qualcosa di molto forte... complimenti mi hai commosso... posso capire profondamente quello che hai espresso nell'opera.. non è una bella sensazione... se vuoi, vai nel mio profilo... ci sono opere che credo ti possano interessare... credo... complimenti ancora... ciao...
  • alberto accorsi il 13/04/2008 16:15
    Dar corpo a chi corpo non ha. Questa è l'impresa.
  • animeinquiete animeinquiete il 09/04/2008 12:25
    complimenti, l'ultima parte delle mani è la parte essenziale, ha dato attenzione e valore a tutto il resto della poesia, se ti va leggi questi miei racconti così ci diamo un giudizio a vicenda ciao
    http://www. poesieracconti. it/racconti/opera-3081
    http://www. poesieracconti. it/racconti/opera-3080

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