Quest’oscura provincia.
In questa stanza oscura, mentre rabbuia,
sento carezzarmi i capelli, poco alla volta,
un po’ per volta.
Ah!, non ne ho cura! Non ne ho cura!
Uno sguardo severo,
il lungo cappotto blu,
il foulard rosa,
il cordoncino e il telefonino viola,
lo sguardo severo.
“Pronto? Sì?
Me lo passi un attimo?
A che ora dovevi tornare?
E che ora è?
E il telefonino dov’è?”
Chiedo scusa.
Faccio gli occhi bassi.
Nascondo le mani
Nelle mani
Dietro le mani.
Un dito affonda,
affonda in bocca
tutta rotta,
tutta storta.
“A che ora dovevi tornare?”
Tremare