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Io posso amare (a Fabio)

Ho visto solo,
all'improvviso,
tanta polvere,
sempre più nera.
Ero stupito.

Ho subito compreso
di essere arrivato lontano,
in un luogo tranquillo
e luminoso.
Non ho avuto paura.

Poi sono ritornato,
ed ora sono
di nuovo qui,
con voi come sempre.
Non ho nessun dolore.

Capisco, adesso,
che non posso toccarvi.
Non posso abbracciarti,
mamma, farti ridere.
Non potete vedermi.

Non posso più
lavorare, non posso giocare.
Però io posso amare.
Però vi ascolto, ci sono.
Perchè vi amo.

Ho sempre saputo,
mamma, che il tuo sorriso
sarebbe stato sempre
timido, un poco triste.
Non l'avrei mai cambiato.

Adesso io continuo
a guardarti, ad esserti
vicino.
Lo so che tu mi ascolti.
Mamma, sai che ti amo.

___________________

Fabio, 22 anni, ha avuto un incidente stradale sul litorale laziale, in una notte di agosto 2007.

 

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6 commenti:

  • augusto villa il 11/01/2009 22:31
    Bella...
    Quando l'amore è sincero... lo si sente... E questo è importante. Piu' di qualsiasi altra cosa... Complimenti!
  • Anonimo il 13/06/2008 21:26
    ecco un altro commento di donna...
    bellissimo, oltre tutto il resto il rapporto delineato dolcemente tra figlio e madre...
    molto tenero, come il sorriso timido e triste della donna...
    bravo! le stelle le hanno già date... io te ne getto una manciata attorno, ad illuninarti la sera...
  • Antonio Guizzaro il 23/01/2008 18:43
    Vi ringrazio con tutto il cuore per questi giudizi.
    Sono abbastanza impudico (tu, Maria, puoi confermare); tuttavia ho esitato prima di esibire questa poesia.
    Purtroppo è tutto vero.
    Fabio era il figlio di una mia carissima cugina.
    Il tono elegiaco, celebrativo, solenne l'ho volutamente usato; come per rendere il linguaggio di qualcuno che, ancora vivo, sta da un'altra perte, e non può toccare nè farsi vedere dai suoi cari.
    Trovo significativo che i primi tre commenti a questa poesia (potrebbero essere anche gli ultimi) siano espressi da tre donne.
    Vi ringrazio ancora.
  • Maria Lupo il 22/01/2008 15:47
    Triste e tenera ma anche con una certa solennità, come un'elegia funebre classica.
    Chi era questo ragazzo?
    A volte lo penso, ma raramente, che ci vedono e ci amano. Il problema è che noi non possiamo vedere loro...

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