Ora io so che mi cibai delle mie stesse carni,
sanguinario divoratore di Mondi,
di ogni Virtù spregiatore ostinato e persecutore convinto.
Come uno schiacciasassi che fa urlare le più alte marce,
per ottenere così una maggiore potenza distruttrice,
al mio passaggio demolivo tutto, senza discerne il Bene ed il Male,
come la falce miete le bionde messi unitamente alla gramigna ed ogni altra erba.
Ma stranamente i pesanti rulli si guardavano bene
dallo schiacciare il vetro che conteneva il liquido prezioso,
la macchina allo scintillare dei farisaici cocci
con guizzo felino scartava di lato e proseguiva nella mortale corsa.
No! non la macchina aveva queste mosse,
ma io, che ero il guidatore, azionavo i comandi,
guidato dall'istinto che rende guardinga la preda all'ululare del lupo.
Quanti slalom! quante soste alle stazioni di rifornimento!
ma curiosamente ero io che facevo il pieno,
che si esauriva subito in un gorgogliare di putrido liquame.
Ma poi, chissà perché ma è sempre poi,
mentre scorrazzavo ebbro e tutto spianavo in un'orgia di macerie,
a pochi metri dai ghignanti rulli stesa a terra vidi una persona,
mi si gelò il sangue nelle vene
quando mi avvidi che stavo per schiacciare me stesso,
in quel momento mi si fermò il cuore,
ma facendo appello alle residue forze, che evidentemente tenevo di riserva,
sterzai violentemente, feci urlare la retromarcia, e balzai giù di corsa,
stramazzando dolorosamente sul duro suolo della realtà più cruda.
Ma il patire si affievolì di molto,
quando, girando il capo, con gioia vidi il mio Incubo
che rotolava in fiamme inghiottito dall'Abisso scuro,
questa volta sarà lui a toccare il Fondo,
per quel che mi concerne il mio l'ho già raggiunto,
ora risalgo.