Spumeggia di continuo il mare antico
bagna i miei passi e cancella le impronte
festeggia il mio avvento e subito dimentica
mi tuffa ai piedi, ed ora si ritira
nell’immenso turchese d’acqua e cielo
insieme, che tennero al seno
a queste rive il nostro mondo nuovo
È la sera nell’ora di preghiera
profonda o proforma non so proprio
ma si leva eretta come un lamento
su mille automobili di latta
sul fritto che serpeggia fra i bazar
e ci sfiora, a noi bambini fra le onde
a noi coppiette fragili invisibili
noi gente, disperati mendicanti
di attimi e di cose da saggiare.
Dio è grande! E grande la sua mano
m’abbraccia sulla spiaggia di Cleopatra
io solo, quei bagnanti sullo sfondo
in festa, ed in braccio una chitarra.
El Iskanderiya (Egitto), 23 aprile 1994