Mestamente quando dentro di te non c'è vita,
ma solo la lenta morte dei giorni,
accumuli immensi depositi di taglienti cocci,
con la fallace illusione che le bottiglie infrante
abbiano il potere di riempire il vuoto che intercorre tra nascita e morte.
Finché distrattamente non ti soffermi ad osservare un fiore
domandandoti a cosa mai possano servire i suoi colori,
a chi mai sia dedicato il profumo della sua effimera vita.
Finché sull'orlo della scogliera ascoltando l'urlo del mare
non comprendi appieno il significato più profondo
dell'eterno frangere di onde
che nello stesso istante in cui erodono la roccia
depositano sulla riva la ribollente schiuma gravida di vita.
Finché non capisci che è tempo di riempire il vuoto
con ciò che di buono il giorno ti offre prima di morire,
e gioiosamente ti appresti a ramazzare i cocci.
Finché...