Il traffico cresce in tanti posti che la mia mano ha toccato;
Muta qualche faccia si agita
Come toccano il cordolo con le ruote
E le carene ancorate in un angolo hanno la vita a metà
Tra la vernice e l’erba.
Ho cambiato l’umore che ero
Con una faccia che non mi appartiene:
La solita gradinata di fiori raccolti,
Le ortensie che hanno un nome
In quello che pensiamo dell’infanzia
E un recinto di cavi imbevuti d’acqua e ruggine.
Sono uscito senza pensare con le braccia molto leggere
E un ridere di grappoli e terra che mi occupa gli occhi;
Ho cercato come ogni volta un profilo,
Una sembianza di unghie e capelli
In cui ritrovare una forma, una persona amica.
Le mani rimaste sul tavolo
Il posacenere nero e colmo
L’incertezza di chi sono
Con la testa che non basta per pensare a tutto.