Sento gli aghi del sole trafiggere le vesti,
squarciare le finestre,
addensarsi nel vuoto,
muovere l'aria,
riscaldare il suono del nulla,
rendere tutto così assordante,
nel silenzio profondo.
I colori ombrosi di questa giornata luminosa
accecano le pupille.
Esse,
dilatandosi,
percepiscono il gelo chiassoso dei caldi raggi.
Vedono,
lontano,
l'opaco delinearsi del calore,
come sulla spiaggia la sabbia sembra innalzarsi.
E sparire nel cielo.
Le parole volano,
prive di senso,
prive di peso,
e formano nuvole,
più o meno definite
così come sono le stagioni
ormai incapaci di rispettare i tempi.
E nel mare si perdono i confini,
si sciolgono le menti.
Esse si espandono nell'infinito,
così chiaro,
così scuro,
così limitato nella sua infinitezza.
Lungo come quella strada dove,
in un andirivieni,
io credo di NON MORIRE