E non mi chiedere cose troppo personali
io sono un ombra e non conosco risposte
sono imperfetto quando la notte finisce
E non mi chiedere da dove vengo
dammi qualcosa da bere e del veleno
così ch’io possa scegliere la mia strada
e mettere a frutto le cattive abitudini
Tu non hai chiavi per aprire la notte
e nemmeno la forza di fermare il giorno;
sei arrivato tardi, il disastro è avvenuto
e non serve ingannare le ore bevendo
io ho solo sete. Posso insegnarti il mistero
delle bottiglie dorate, l’inganno alcolico
e l’ebbrezza del liquido per dimenticare
E non mi chiedere cosa voglio, aspetta
che sia il mio sguardo a scegliere
in quale pozzo annegare le ore inutili
Una volta portavo cravatte di seta
e non avevo lo sguardo ruffiano dei bari
falliti, ora non controllo più il mazzo
e mi do sempre le carte sbagliate.
Io posso andare e tornare, posso restare
al tavolo numero sei, quello nell’angolo
oppure far finta di partire per l’africa
e lasciarti da solo a svuotare bottiglie
E non chiedermi perché sono vivo
non dipende da me ma dal destino
Ora dammi dell’acqua che voglio dormire