Ho conservato le pagine
d’un vecchio sussidiario
era ai miei occhi acerbi
la fonte del futuro
Era l’isola che non c’è,
l’alba che annuncia
l’ansia di percorrere
una vaga intuizione dell’amore
Ho venduto ogni cosa
per arrivare fino al litorale
- affondando il viso nella sabbia -
e vincere d’immenso la vertigine
L’isola dei silenzi illimitati
degrada a picco dentro il mare
fra odori sconosciuti e refoli
d’un vento teso e lontano
La crosta di sale e gli occhi di donna
appartengono ai miei giorni migliori
quando conobbi strade e sentieri
di sassi affilati come il dolore umano
Io non ricordo i dettagli delle cose
- gli errori fatti e i tradimenti -
le alterne vicende della vita
Io non ricordo più i particolari
Oggi che il sole muore all’orizzonte
estraneo a me e a tutto ciò che so
m’appare chiaro solo il declinare
e il fiato che a fatica l’accompagna
Ora che tutto è stato fatto io resto qui ad aspettare.