Vago in terza corsia
dal Requiem travolto.
M’accappona la pelle
questo concerto d’archi
in pioggia d’aprile.
S’apre il mio cuore
a se stesso.
Affermano
dannatamente lucidi
questi occhi
la mia essenza.
Accosto.
Ascolto la voce del cuore
della vita
della morte
sua ombra naturale.
Piango, finalmente.