Contemplo il tuo volto
nel meriggiare piovoso.
Osservo il passato che traspare dal corpo,
alone diafano di ricordi brumosi
assopiti in un campo di perduti rumori.
Pelle distesa, tranquilla, serena,
occhi velati di imperitura incoscienza.
Mani insicure, timide al tatto,
distese sul palmo, in attesa del pasto.
Volgi lo sguardo perso nel vuoto,
sorridi a un’ombra ricamata in un sogno.
Odi una voce, cogli il germoglio
di un barlume di vita che ti chiama all’appello.
La senti vicina, concreta, decisa,
rimani impaurita, inetta, indifesa.
Senti il bisogno di dare un segnale,
di marcare con forza la tua presenza liliale.
Fra fatiche rombanti di spirali mentali,
cerchi parole, sembianze, consensi,
ma ciò che ti esce è solo un sorriso
e un soffio di voce compendia il divino.
Contemplo il sorriso che emana il tuo volto
e comprendo il mistero di un affetto profondo.