È tornata Primavera.
Ha fatto il giro dei saluti,
ha chiesto degli assenti,
quelli morti e i viventi
Poi s’è distesa a riposare
come una donna che torna
a casa, e s’impigrisce
prima di sorridere felice
E noi tratteniamo il fiato,
sulle piazze assolate
lungo le rive dei fiumi
nelle case dimenticate
Lucidiamo gli specchi
e nascondiamo i nostri dolori
dentro una pianta odorosa
di fiori bianchi e rosa
Immersi nelle spianate di luce
ci fermiamo ad ascoltare
la nostra vita che scorre,
la tenerezza dimenticata
Quest’anno il raccolto
è più magro del solito
ma basta un volto di donna,
una musica di chiesa, una preghiera
perché il pianto si sciolga e sia ancora primavera.