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Per zia Palmina

I criminali muoiono da vecchi
con secchi ai piedi
sbavanti di peccati.
A te, un piede, l’han portato via
e ironica hai sorriso al tuo risveglio
per il tuo senno dentro la demenza.
Pietosi parassiti, facce verdi,
Topi nascosti nella tua incerta nave,
cominciano a defilarsi addolorati.
M’hai insegnato che le pie creanze
S’imparano tra un sermone e l’altro.
Eretiche, remote stravaganze:
dadi che nessuno vuol lanciare
perché si perde quello che si perde.
Quello che s’ha e non s’è mai sognato
Quello negato a te per controparte:
Una famiglia e due belle labbra.
Una vita che non si può sposare
con pie creanze, remote stravaganze
e bianchi dadi in un tappeto verde.



desidero dedicare questi versi a mia zia che si è spenta esattamente un anno fa, per due ragioni:
la prima perchè è stata una delle rarissime persone che hanno vissuto la propria vita come tale,
la seconda per il coraggio di averlo fatto.

 

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