La bellezza non era
dove l’avevi sognata.
Molto presto scopristi
la catena di morte
che di cento passi in cento passi
legava le case del tuo paese
e di un paese più grande,
senza speranza,
senza poesia.
Così cercasti le parole
- la denuncia, la rabbia, l' allegria-
che portarono luce e ti travolsero
come un’onda d’amore.
Chiare, sferzanti,
semplici, beffarde,
strumenti folli di una lotta inerme
necessaria e crudele.
Un destino segnato,
solitudine e amore
ugualmente ti hanno condannato.
Oggi la finta saggezza nasconde
la follìa del tuo e del nostro tempo
e la paura che ci ha resi muti.
Le tue pazze parole coraggiose
cercano un altro cielo per volare.
(A Peppino Impastato)