Stanotte resto in piedi
Fermo nel punto nodale focale
Un palo in croce all’universo
Tra contorni di sedie e giardini e foglie verdi
Sogno la luce del mattino
In piedi a riposo mio strano amore
A raccontare fiabe all’oppressore
Per confondere un po’ i motivi
Le sue certezze senza rimedio
Io mi rilasso durante l’assedio e sputo fuoco
Ripenso nemmeno al solito gioco: nascondersi tra le coperte
Le lune inquiete hanno disertato e non ti penso più
Strano amore mio alle mura di cinta
La mia città non crolla, non è più di cartone
E le parole mie ti confondono e tu resisti
Insisti per dovere, per necessità, per natura
“Chi la dura la vince”, immagino e dico
Son sempre più immobile tranne le parole
E mi sono stufato di restare a guardare i tuoi occhi stanchi
Le tue unghie che si crepano sulla mia figura.