Tregua d’uragani,
di temporali soffocati,
d’acque agitate;
risciacquo di ruscelli,
a levigare ciottoli
stanchi.
Passaggi gravi
di sguardi ritrovati
su paesaggi raffreddati
e lenti.
Nubi addossate ai colli
luce di vetro pigra
filtra trai pini,
aria d’attesa
migra su di noi
apre alla ripresa.
La tregua disegnata dalla natura, momento di riposo, di riflessione, di apertura da cui ripartire... Versi delicati, come un acquarello. Piaciuta molto. Antonella
mi piace molto, perchè alla fine mi pongo come al solito la fatidica domanda: perchè è intitolata tregua? tregua da cosa? e allora posso rispondermi: questa poesia parla della tregua, null' altro.
bella la metrica, forse le rime sono troppo vicine tra i versi 7, 8, 9 ma grazie alle assonanze di "lenti, raffreddati, stanchi" è inevitabile tornare indietro seguendo questa traccia. molto bella e (se non erro) scritta per tutti, per elogiare una condizione e uno stato come la "tregua", non per ricordare in versi vecchi ricordi (o certo non solo questo)
Mi inchino alla tua bravura.
La tregua nel nostro cielo interiore simbolicamente espressa
con paesaggi naturali. Bellissima!
Anonimo il 02/06/2008 13:02
Complimenti Ugo,
la tua poesia è intrisa do quella speranza
che fa affronatare la vita con più coraggio...
perchè è così, anche dopo la tempesta più devastante c'è sempre una tregua...
Bravissimo come sempre, del resto
Un abbraccio
Angelica
Anonimo il 02/06/2008 12:47
Quale bellezza Ugo! La natura e le tue parole in musicale simbiosi.