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vidi, scrissi..
Sud India, dolce, calda, morbida e silenziosa, musicale, colorata, ovattata, tribale..
Magica, onirica.
Ricordo e mescolo nostalgie con i fatti vissuti.
L’oceano e i bagni.
Il tramonto e i suoi bagnanti locali,
gli abiti appiccicati di oceano.
Terribilmente sensuali.
Silenziosi e sereni con sguardi penetranti non maliziosi.
Caldo ovunque, non troppo.
Sete, cotone addosso.
Bambini incollati, ananas da assaporare.
Rupie che vanno e vanno.
Sensazioni personali rafforzate dall’isolamento della lingua.
Comunicazioni a sguardi.
Lenticchie, riso, dolce di cocco ed un capocameriere
che forse ci stava.
Terrazze piene di corvi.
Banane gialle, rosse, verdi, bananine e lime piccoli,
pieni di succhi.
Abbronzatura, massaggi ayurveda.
La bella ed aristocratica alta signora musulmana,
fiera, silenziosa.
Le sere di Bombay fra jet society e bassifondi.
Spezie, colori, odori.
Coriandolo odioso.
Frutta appagatrice.
Stonature sociali, rimorsi e pesi di coscienza.
E la luna.. luna che nella moschea ti vedevo così vicina,
così intima
e pensavo che così saresti stata vista da tutti,
da tutte le parti.
Ma lì eri davvero vera, simile al mio sentimento.
Vicinissima a quelle preghiere come da nessun’altra parte vengono così recitate, intime e sensuali.
Bianca, gialla, sempre più luminescente dopo
il rosso tramonto.
Madurai, il partito del congresso e le sue feste.
Strade sporche e piene di sputi colorati odoranti di spezie.
Templi con gli stessi visi che inseguono i turisti.
Anche i cobra sono presi di mira per racimolare rupie.
Alberghi di maharaja.
Tende che ricoprono i letti a baldacchino.
Orinatoio tempestato da pietre preziose.
Musica, echi di suoni nella camera, vetrate forse aperte.
Folli paure notturne di essere aggrediti da insetti, serpi?
O forse da maharaja di Trivancore.
Scritte, disegni, immagini, ogni comunicazione scritta sui muri e sui pannelli presto dipinti.
Ed ai piedi, indigeni che vendono sandali di plastica.
È già stato detto. La vera India è al sud, il sud dei villaggi.
Dopo questo ho perso un amore italiano.
Forse bene, sì senz’altro.
Mi si rafforza la convinzione di restare sola ma con mille sensazioni da vivere al giorno, anche da altri amori.
La statua monolitica di mahalawira, così alta, giovane, strana e raggiungibile dopo 700 scalini attorcigliati al monte che sembra un grosso animale addormentato da secoli.
Percorsi tra terra rossa, fra i massi rotondi,
incredibilmente fermi in un paesaggio animato
solo da portantine di bamboo intrecciato,
trasportate da indiani che gridano per darsi forza nella corsa.
La vergogna assale.
Meglio gli scalini che saranno solo 700 o più..
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