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si sbriciolano le stelle
Ho provato a vedere se piangendo l’amaro sul palato se ne sarebbe andato,
Ma non una dorata lacrima è riuscita a scivolare giù,
sfiorando le mie guance e beffardo il disgusto rimane al suo posto,
ho sognato d’esser distesa su arrugginite rotaie
Mentre la notte piano, quasi impercettibilmente si riduceva in macerie.
Mi sono alzata, ed in equilibrio su una striscia di rotaia,
m’è parso di camminare nel vuoto.
Avrei voluto urlare, ma non potevo disturbare gli alberi che dormivano
Gentilmente, senza proiettare alcuna ombra per non farmi paura.
Poi il mio umore camaleontico forse è mutato in base ad una canzone.
Com’è questa canzone? Che umore scaturisce in te?
Dopo aver camminato nel vuoto mi è parso di volare.
E quella melodia che mi accompagnava vicino, è scivolata alle mie spalle.
E sen’è andata.
arriverò in spiagge di scuro silicio, e nella notte si creerà un momento sacro.
nella mia stanchezza mi siederò sugli arenili striati che crea il vento sulla sabbia
ed affondandoci dentro le mani, guarderò le stelle, che mi sembreranno
fuochi d’artificio che si sbriciolano.
Lasciando strisce luminose impresse sul nero cielo per il tempo di un’eco.
coleranno gocciolando sulla mia pelle, dando luogo alla tanto aspettata luce
per la quale lotterò.
ha ottenuto le mie labbra che le appartengono
ma talvolta vedrà solo quel che vorrò mostrarle.
Questa vita è come un fiume.
Nelle sue correnti, ma io starò seduta sulle sue sponde
a guardarla scivolare,
con l’acqua che mi scorre tra le dita dei piedi,
accarezzandoli.
Gli elefanti piangono,
E staranno lì a piangere
Per la miseria umana.
Che forse tutti incontreremo
Quando il mondo sarà definitivamente distrutto.
Come la salma di un’animale fatta a pezzi da un macellaio.
Ho sognato d’esser io stessa una stella, che si spegneva.
E della vita che nasceva sulla mia stessa carne,
La mia pelle era la superficie del pianeta di molte persone
Le mie lacrime, il sudore, le piogge le loro fonti d’acqua,
ogni starnuto un terremoto..
Avevano vite come quelle che abbiamo noi in questo pianeta.
Non erano solo acari e batteri
Avevano sentimenti simili ai nostri
E lavori, e famiglie e dubbi.
Quant’è passato? Che giorno è? Cosa vorreste che facessi?
Con la mente stanca
Ballerò con le ombre della notte
Nel sentire cantare quella canzone,
con la tanto desiderata sabbia tra le dita dei piedi
Scalzi.
La mente è ancora stanca
Ma continuo a star qui desiderando che le stelle mi gocciolino
Sul viso come fuochi d’artifio.
Sarà come se fossi l’unica a poter godere di questi magici momenti
Potrei trovare conforto in questo vuoto,
ma tutta questa luce non è mia.
la luna, che brilla di tanta luce propria da poter illuminare anche me
mi fa scintillare gli occhi
con migliaia di riflessi di luce che mi investono,
violentemente.
Facendo brillare anche il momento più buio.
Potrei anche condividerli
E farvi innalzare con me nel aria sfiorando le stelle
Ma la mente è esausta.
E se mi azzardassi ad aprire gli occhi
Forse la sabbia non sarebbe che briciole
E tutto il resto della magia
Nient’altro che la luna
Che splende oltre la mia finestra
Ed il vacuo alone che la circonda.
Ma a me sembra pur sempre magia.
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- Sublilmente magica... le stelle fondono nel mio corpo di carne... svelandomi l'Amore...
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