Ricordi d’argento riflettono il tempo in cui ero sazio della vita,
ruvide superfici ostacolano lo scorrere di vagoni lontano dai miei sbagli,
i finestrini aperti perchè quelle secche distese di disperazione
rimangano impresse come un tatuaggio sulla mia pelle.
Sei libero cuore di falco cresciuto in cattività,
libertà beffarda, ti lasciò al centro di un deserto,
migliaia di chilometri ti separano da tutto ciò che possa essere vita,
nessuna catena allaccia le mie caviglie, ma non muovo un passo.
Orchidee epifite crescono su rocce friabili schiave di persistenti erosioni,
sprezzanti della morte, spremono alla vita ogni goccia di bellezza.
Attecchisci in me, pianti le tue radici mia splendida orchidea,
ma non resisti a questa macabra siccità intorno a noi.
Cadrà il cielo perché non sa più volare,
non verrà ormai la notte, perché la luna non ha più cantori,
rimango solo io e la vita che i miei sogni comprarono per te,
ed intorno giardini di nulla, dove non germoglia più niente,
vengono a riscuotere i debiti che feci quando promisi di amarti.