Lo vedo dinanzi a me,
ergersi maestoso,
in tutta la sua grandezza
chiudo gli occhi,
continuo a percepirlo:
il suo odore,
il suo lieve fruscio, una dolce melodia,
provocato dal vento che,
dispettoso,
passa attraverso la sua folta chioma, smuovendola.
Torno a guardarlo,è sempre lì.
Le sue mille braccia si tendono a dismisura verso il basso
fino a sfiorare con alcune
la superficie del piccolo lago che, quieto gli giace accanto.
Lieve si increspa la superficie, solleticata da quella dolce carezza
e gli risponde ritemprandolo con la sua vitale frescura.
Si tende a dismisura verso il basso per cercare
con le sue mille braccia,
di sfiorare in gesto commosso il suo viso,
il viso della madre,
per tentare di stringerle la mano in un gesto di conforto,
un conforto che gli gioverà nei giorni di tempesta,
quando il vento ora suo scherzoso amico,
si trasformerà in un nemico impietoso e crudele,
quando l'acqua,
oggi sua fonte di vita,
lo aggredirà con la sua forza immane, cercando,
con maligna soddisfazione, di piegarlo.
allora dovrà trovare la forza, e la volontà per riuscire a resistere,
per vincere coloro che, un tempo suoi amici,
gli si rivoltano contro,
e tornare ancora a ergersi nella sua rinnovata bellezza