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Sospiro e sorrido (Considerazioni circa l’aleatorietà di un fenomeno chiamato amore)

Neppure più l’aria riempie gli spazi
lasciati vuoti o arsi
come i polmoni accartocciati
di un poderoso animale
morente al sole,
quando un amore va a male,
uno spasmo al sole.

Ma sorge il sollievo
di pensarsi in turbini immensi
àpeiron di elementi in attesa,
miliardi di amori possibili e diversi.
O di sentire dietro le labbra i denti
E di farsi il torto d’esser diversi.
O dire con gli occhi a chi scontri:
ti amo ma non quanto vorresti.

Perché si può essere indulgenti
Che il polline si adagi sopra un fiore
Danzando la danza del caso tra i venti
Scirocco dei “forse” e grecale dei “se”.
Sorrido e, più stanco, sospiro:
sapendo di viversi come accidenti.

Ci cullano ai canti melensi e violenti
Di un amore quieto e perenne,
trovato o da trovare
perduto e da cercare.
Sospiro, e più stanco sorrido,
sapendo di vivermi tra gli accidenti.

 

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4 commenti:

  • Anonimo il 21/01/2009 10:34
    La poesia nasce anche dalle discussioni o dalla scelta “forzata” di non discutere. La tua è davvero una poesia viva, poeta
  • Michele Storti il 06/07/2008 20:55
    Grazie mille V e oc. per i commenti - immeritati - di un testo che è venuto fuori un po' selvatico da una discussione in famiglia.. nel frattempo imparo di nascosto da voi ciao
  • Vincenzo Capitanucci il 06/07/2008 16:49
    Apeiron... infiniti amori terrestri... pronti a volare nel cielo dell'AMORE... apeiron in sumero... ha una radice valenza di polvere.. in greco.. d'infinito... mescoliamo il tutto... e wow..

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