Ti fissai
come l’avvoltoio la carogna
nel mese della secca.
Ci frugammo
come sciacalli, la gola al sole
pure in branco ma soli
come gli amanti e
al vento tra nebbie sanguinanti
insieme fiutando carcasse
di sogni mezzi masticati
da mascelle più grosse.
Nell’ombra del tuo occhio
da iguana
sprofondo al pensarmi
respirare ogni alba bruciante
coll’aperto ventre stracciato
dal tuo dormirmi
addosso.
Trafitto tra spade d’oro
al tremore di torme in fuga
l’affondo sul vecchio carcame
sogno soffice
d’un ultimo avvoltoio.