Esiste una quantità esatta di lacrime che un uomo può versare;
e quando l’ultima erompe dal bulbo oculare più ferito,
quando l’ultima, infinitesimale quantità di liquido precipita fino a fondersi col tutto,
quello che rimane è un corpo vuoto, uno spazio libero a disposizione del rancore,
una distesa interna di algido terreno nero, dove niente è più in grado di germogliare,
e l’indifferenza per ciò che hai amato sottrae malignamente la dignità del tuo vissuto.
È per questo che ogni uomo, per quanto dolore abbia provato, per quante lacrime abbia pianto,
deve sempre conservarne una, anche una sola nei suoi occhi,
e lasciarla in eredità al proprio figlio, per renderlo pienamente uomo.