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Preambolo

Non devo enumerarvi i miei peccati,
le cene abbondanti, i sughi piccanti
i brevi strazi, gli illimitati spazi
i ricordi struggenti e i giorni andati.

Non posso soffermarmi su emozioni
indecifrate, docce di acquazzoni
immaginati quando il tempo è bello
tanto per dar corda al violoncello.

E nemmeno vi tedio col sartiame
aggrovigliato degli orditi e delle trame,
con la caligine di anime incolori
che si dirada se appena le sfiori.

Né voglio trarvi nel solito inganno
lasciandovi supporre che io sia saggio
perché di certo vi manca il coraggio
di prendermi sul serio a vostro danno.

Ma sappiate che di ciò che racconto
anziché a voi, a me devo dar conto.

 

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10 commenti:

  • Giuseppe ABBAMONTE il 11/11/2008 14:56
    Nicola
    non avevo ancora letto questa tua "dichiarazione programmatica" e non ho alcun problema a riconoscere di aver fatto davvero male. Avevo perso qualcosa di davvero gradevole.
    Confesso anche di provare una certa invidia, in quanto avrei voluto scriverla io, tanto mi ci rispecchio. Peraltro, a differenza di altri commentatori, mi rispecchio particolaròmente negli ultimi due versi: anch'io devo dar conto innanzitutto a me di ciò che scrivo. Se poi il mio "prodotto" viene apprezzato, tanto meglio, se non lo è per ragioni valide, allora terrò conto delle critiche in successivi componimenti. Ma ciò non toglie che nel momento in cui ho scirtto, quello che ho fatto mi era piaciuto.
    E non posso né voglio rinnegarlo davanti a nessuna critica.
    Ancora due cose. La prima, lasciamela dire: ti ci ritrovo davvero bene in questo tuo grazioso e adorabile componimento.
    La seconda riguarda l'immagine della "caligine di anime incolori che si dirada appena tu le sfiori": é semplicemente magica.
    A presto
    Giuseppe
  • sara rota il 19/08/2008 13:36
    Carino il gioco di rime, anche se la poesia in sè non mi ha particolarmente colpito. Alla prossima.
  • morena paolini il 07/08/2008 22:22
    Bravisssimisssimo! che dire di più? Morena.
  • Anonimo il 07/08/2008 17:06
    Non amo molto la poesia in rima, ma sono rimasta tratta in inganno dallo scritto interessante, accorgendomi solo dopo aver letto i commenti che si trattava di una poesia in rima...
    Questo dimostra, che mi è piaciuta...
    Complimenti Nicola...
    Ciao
    Angelica
  • Nicola Saracino il 07/08/2008 12:53
    Grazie Giack e Matteo. Sappiate che le rime non mi hanno condizionato, anzi... quello che ho scritto è esattamente ciò che volevo scrivere. Se vi va, rileggete pure sotto questa ottica. Nic
  • Anonimo il 07/08/2008 10:33
    Io vorrei concordare con entrambi i commenti che mi precedono... la penso come Fabio anche se è vero ciò che dice agnese e cioè che l'ultima strofa è il succo della poesia. I due commenti non sono in contrasto anche perchè entrambi giudicano buona la composizione. Il limite di queste poesie, pur belle, è la ricerca della rima che troppo spesso fa deviare il concetto poetico a favore della parola rimante... se cosi si può dire. Lo dico, caro Nicola, perchè anch'io come te sono attratto dalla rima e spesso cado nella difficoltà di ricercare la parola a scapito del contenuto. Ciao e a rileggerti. Giak
  • agnese perrone il 07/08/2008 09:19
    A me sembra che l'ultimo verso sia il succo di tutto il contenuto,
    fra l'altro esposto in modo fluido e simpatico.
    Complimenti
  • Fabio Mancini il 07/08/2008 09:03
    Gli ultimi due versi mortificano una buona composizione. Io li avrei omessi. Fabio.
  • Vincenzo Capitanucci il 07/08/2008 08:27
    Stupendo... si scrive per se stessi... e noi ne siamo l'unico giudice... poi per offrire agli altri... più siamo stati sinceri.. più daremo...

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