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[Senza titolo]

Come quei rai che ammiravamo insieme,
così è fugace questo mio diletto,
che sfila giù dalla volta del petto,
preme l’anima al canto e dopo sceme.

Io non la cerco, di sua sponte viene,
(dal nulla imprime il tratto la matita)
credo sia inganno ma gioco è di vita
specchio di gioia d’amor e di pene.

Questa è Poesia, mio fragile cuore,
ed è il gioco di chi più di altri vive,
ed è il gioco di chi più di altri muore.

Tedio, speranza, poi tensione, amore
serenità e pace oh Gioie tardive,
celate morte! Celate il dolore!


2007 (da “Senza Timone” - 2000)

 

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4 commenti:

  • sabrina balbinetti il 19/08/2008 22:45
    urka... sei bravo! Forse è troppo difficile per me... io sono una poetessa "pasta e facioli"... un po' rustica!
    Però hai reso bene l'idea di cosa sia la poesia per te.
    P. S. l'idea di scrivere nel dialetto palermitano è buona... tienimi aggiornata
    ciao dall'ombra der colosseo

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