Non c'è gioia nel farlo.
Nessun sentimento!
Solo il ritmico ansimare di due anime ferite.
Occhi chiusi per non incrociare altri occhi,
per non guardare in faccia la cruda verità,
che come un cancro maligno,
corrode i nostri pensieri sospesi nel vuoto infinito.
Attori, nostro malgrado,
di un ruolo che la vita ci impone di recitare
ogni qualvolta da disperazione abbatte il fragile argine della sopportazione.
È un rituale che mira ad esorcizzare un amore in decomposizione,
ad evocare una gioia sepolta da giorni infiniti di malcelata sopportazione,
da anni interminabili di distratta convivenza.
Eppure sarebbe bastato così poco!
Ora viviamo del tenue riflesso di un amore che pure fu luce,
che pure fu gioia infinita,
un flebile bagliore che da solo non basterà ad illuminare questa farsa di orgasmo.