Non sai più cercarti
fra le pieghe del viso e
ti ritrovi sempre persa.
Le balaustre di certezze
che segnavano la strada
sono ad ogni sole
labirinto per il cuore.
Come l’assassino in attesa della gogna,
forse chiedi perché si muore,
e non spieghi al tuo volto sconfitto,
un respiro di vetro,
quale giudice riesca a dormire
sancendo la pena e ignorando il delitto.
Solo nel sogno è l’assoluzione
alle antiche condanne:
la morte e l’amore.
Questa dose di dolore
che ci è prescritta
questa legge senza autore
è l’ancora che affonda
e svela il nero
spessore del vero
sotto un cielo ormai incolore.
Un’alba di vuoto compensa
quest’asfissiante presenza
di chi si perde sulla terra
ma rinasce, più vero
alla dolce sera nella coscienza.
Guardandoti attorno, nella salita
se non potrà altro dorso dividerne il giogo
sola sosterrai la croce
ma sempre seguita
per quando, nell’ora atroce
il tuo corpo stanco troverà
una schiena amica.