Gabriele, giovane vita spezzata dal male oscuro,
Gabriele, tu così pieno di vita, di semplicità, di amore
eri dolcissimo nella vita quotidiana, ma quando scendevi in campo eri un leone
e davi tutto te stesso per la squadra.
Eri bello, forse troppo.
Poi è arrivato il male, nel tuo letto di ospedale, ti dispiacevi per i mali degli altri.
Ero felice quando i pomeriggi passavo alcune ore con te, parlando o leggendoti qualche pagina di un libro.
Una mattina mi hai telefonato in ufficio, e mi hai chiesto dei fogli e un pennarello,
il giorno te li ho portati, e tu hai cominciato a scrivere frasi, a volte indecifrabili, solo due frasi si capivano bene:”tante preghiere e opere di bene “, lì ho capito che ti eri reso conto cosa ti stava succedendo.
Oggi guardo la tua foto e mi soffermo, mi sembra che da un momento all’altro tu possa dirmi qualcosa, non ho ancora cancellato il tuo numero dal mio cellulare, non ho il coraggio, il mio sogno è quello di sentire squillare il telefono e tu che mi dici :”zio è stato solo un brutto incubo”.
Ciao Gabry