in paesaggi filtrati da
sporchi finestrini,
costruzioni di metalliche ferrovie
risaltano in controluce
in albe d’un dolce est
celato da un velo di nebbia.
stormi d’uccelli,
illuminati nel ventre
dai primi raggi di sole,
sfiorano poi
le rosse cime
di sterminati campi;
in cui vorrei correre,
tra le spighe,
nuda.
Pensieri di treno.
Alberi scorrono veloci,
come corressero,
e con un solo
battito di palpebre
veloce,
scompaiono.
Grosse cisterne
in disuso
sfumano nelle tonalità di grigio
abbracciate da morbide nebbie
che rendono il tutto surreale,
come fosse un sogno…
-MA IO SONO ANCORA SVEGLIA-
(ora voglio che un orchestra suoni
Solo per me
Musica balcanica).