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-treno 3- ritorno

Vorrei che stessi
qui per sempre…
ma è così che deve essere.
Qualcosa che vive
davvero
deve anche morire.
Guarda i fiori…
gli unici che vivono sempre
son quelli finti.

il fato è il mio pranzo,
il fato è la mia cena.

mi volto a metà strada
per vedere cos’è passato.

tornando,
ripercorriamo luoghi già passati.
un odore lontano
rimane sulla mia pelle.

non vorrei che il tempo scorresse,
non vorrei che fosse mai passato.

ma guardo le grosse rotaie
scorrere verso l’orizzonte
dall’ultima cabina di questo treno,

che avanza ruggendo.

il cielo si colora di rosso tramonto,

inghiottendo il giorno.



poi buio…



buio ancora
e luci
deformate dai vetri
dei finestrini.
ogni sguardo nasconde
una diversa storia.

ancora buio.
non capisco dove sono.
e non so chi è attorno a me.

 

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4 commenti:

  • Giovanni Bart il 08/01/2011 14:38
    Il treno è prodigo perchè muove gli orizzonti cieco e necessario mentre noi stiamo a guardare e sognare. Bella. Anzi, molto bella.
  • c m il 22/08/2008 14:30
    ti ringrazio e mi lusinga aver ispirato una poesia. aspetterò di leggerla
    buonagiornata e a presto
  • Vincenzo Capitanucci il 22/08/2008 07:31
    il Fato è il mio oggi... onnipresente... in luci ancora deformanti il vetro dei miei occhi...
    complimenti.. mc... leggendoti.. ho scritto una poesia... dedicandola a te...
    un abbraccio..
  • sabrina balbinetti il 21/08/2008 23:04
    il treno è un pensatoio dai vagoni incatenati ai destini di ognuno di noi
    bella!!

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