Vidi gente aprir le fosse,
nelle notti degli ardori,
e tra ansimi e percosse,
rivissero i morti cuori.
Vidi gente di gran tempi,
quei dei viaggi e di conquiste,
vidi lame lanciar lampi,
nella neve incise piste.
Vidi il triste Belzebù,
sognar vincite all’imbarco,
e suonare il suo caucciù,
ed il suono aprirsi un varco.
E le schiere di marcianti,
sotto il sole caldo e fango,
muti lenti ma avanzanti,
danzare un funebre tango.
Infine giunse il taciturno Cristo,
e giudicò i fermi ed i danzanti,
col suo intrepido sguardo stanco e tristo,
mise a tacer gli insulsi e vani canti.