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Il Giudizio

Vidi gente aprir le fosse,
nelle notti degli ardori,
e tra ansimi e percosse,
rivissero i morti cuori.

Vidi gente di gran tempi,
quei dei viaggi e di conquiste,
vidi lame lanciar lampi,
nella neve incise piste.

Vidi il triste Belzebù,
sognar vincite all’imbarco,
e suonare il suo caucciù,
ed il suono aprirsi un varco.

E le schiere di marcianti,
sotto il sole caldo e fango,
muti lenti ma avanzanti,
danzare un funebre tango.

Infine giunse il taciturno Cristo,
e giudicò i fermi ed i danzanti,
col suo intrepido sguardo stanco e tristo,
mise a tacer gli insulsi e vani canti.

 

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4 commenti:

  • Anonimo il 17/09/2008 17:53
    inizi con una sonorità che poi perdi (da funebre tango in poi) e l'orecchio lo sente e la lingua si intreccia. Interessante ma non mi piace l'ultima parte. Stona nel significato. poi non sò, è il mio parere
  • Riccardo Brumana il 11/09/2008 23:00
    una bella poesia, credo che l'insegnamento di Cristo sia che ognuno sia il giudice e boia di se stesso, nel senso che se non vive con l'amore per il prossimo nel cuore si condanna da solo.
    lo so... lo penso anch' io... è facile a dirsi...
    meno a farsi...
    beh, provare non costa niente, ciao e ancora complimenti.
  • Ugo Mastrogiovanni il 11/09/2008 17:46
    Un grosso impegno che Occhipinti si è accollato con parsimoniosa bontà e lucida intelligenza. Bravo come sempre.
  • sabrina balbinetti il 11/09/2008 11:38
    bellissima aldo... a volte tornano...
    è proprio gajarda
    ciao sabry

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