L’astio del sorriso
aggiunge legna al fuoco
dei tuoi paradossi
e non si dice “t’amo”
sfogliando un giornale
o contando chicchi di caffè
né si tira dritto
se hai promesso
di fermati un po’ qui
È un cielo appeso per la coda
quello che ci traballa davanti
e tu che t’illudi di falo precipitare
quando voglia ne avrai
Saranno solo carcasse di nuvole
e macerie d’azzurro scolpite
a dividere i nostri passi spaiati
e mirati agli opposti