Al posar delle mie labbra tentennanti
sul fremente e smanioso corpo tuo,
m’incanto, e all’ardimentoso seno
poi si appresta il vorace bacio mio
turgidi capezzoli svettanti come torri
si fosse lor destin reggere il mondo
di certo al tocco mio mai esitanti
nell’innalzarsi al ciel per il mio affondo
la mano mia che scende sulle tue fragili sponde
madida di piacere incarnato, vogliosa
al saggiar del corpo mio si avvicina
il corpo tuo al mio desio già si dispone
nuda, tra le mie braccia nella proibita alcova
di peccati e desideri la nostra mente colma
e con l’orecchio teso al mondo esterno
col timore dell’algida contesa smascherata
e ad ogni passo il nostro cuor precipita
in un profondo averno, e teme
che il nostro amor, nascosto
possa svelarsi al mondo intero, e geme
l’impronta del tuo nudo corpo rese
la pelle mia ardente all’occasione
mentre tra le tue membra schiuse
la mia bramosa mano s’insinua da padrone
e con timor divino ormai m’accosto
come sì fossi al cospetto del buon Dio
sul tuo seno il mio sguardo si sofferma e resta
rapito, ignaro che mai più io sarei stato mio
lentamente la mano i tuoi veli sveste
manifestando il tuo candor d’adolescente
come fosse rosa che dei suoi petali s’ammanta
e abbaglia l’intelletto, ormai non più cosciente
e lento quel bisogno che mente poi reclama
avvolge inesorabile e comprime
i nostri corpi, l’un contro l’altro armato
come serpente che ti stringe tra le spire
in un teatro di sensi e di piacere
odo il tuo flebile sospiro, amata
ti ho sentito gemere e gridare
e poi muoverti, volessi a me fuggire
ma dopo un attimo amor ti fece in sé cadere
finalmente, per poi lasciarti andare
e poterti prendere ormai senza barriere
e sentirti mia, come solo tu sai fare