Attesi la sera
e valutai l’ostacolo,
invocai i numi
e stesi le mani.
Eravamo arbitri.
Filtrai il bagliore
e superai i segni,
chiamai me stesso
e abbandonai le forze.
Eravamo profeti.
Ammonii l’impeto
e glorificai lo spirito,
superai il confine
e sparsi sale.
Eravamo sacerdoti.
Riposai la mente
e rilasciai il respiro,
coniugai il tempo
e trascrissi il continuo.
Eravamo osservatori.