dalle stanze dei versi
hai portato via
l’amore dei sogni pulsanti
e la gioia di possederli,
la tristezza esangue
di non poterli vivere
con la speranza tenue
d’un domani oltre la soglia;
hai lasciato stanze vuote,
più vuote d’un cielo senza uccelli,
più spoglie dei rami d’autunno,
che pur hanno ancora tracce di verde;
e mi scrollo di dosso la tua anima,
cos’ aderente a mente e cuore,
con l’atroce rabbia del bottone
strappato ad un occhiello
e ho deciso di dimenticarti;
e sono nudo ed avrò freddo,
ma dimmi; non avrai anche tu freddo
senza di me?