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Perché ancora sono un uomo

Ho visto il mostro
Immondo parassita
Corrodere il Corpo caro
Di chi ho amato.

Ho visto lo sguardo dolce
Guidarmi compagno
Sin da bambino
Diventare acqueo
Fisso,
gli occhi a perdere una lacrima
in favore di una dignità perduta
senza futuro, senza speranza.

Carezzare quel viso
Prima roseo, ora scavato
Solcato come un campo
Pronto per una semina
Che abortirà nella immane
Straziante, inutile odiosa
Sofferenza di chi la morte
Non attende come
Evento fulmineo ma

Come acido che
A poco a poco
Rende quel corpo
Di cui è prigioniero
Da orgoglio di uomo
A involucro immondo e tenero
Che però lascia spazio
Alla lucida mente.

Il godimento del ricordo
Che non può accidenti!
Non può nemmeno nell'illusione
Mai più ritornare:
No, niente mai più!

Meglio morire, figlio mio
- hai detto
- prima che l'odore del mio corpo che cambia
ti induca a distorcere il naso
ad impietrirti il volto
a far esitare le tue mani
che
da bambino mi cercavano
e che ora mi mancano
mi mancano
mi mancano

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5 commenti:

  • bruna lanza il 08/06/2012 17:44
    quando il mostro cattura la nostra vita ogni cosa diventa sofferenza
  • matteo picuti il 27/12/2009 16:05
    è una pungente realtà, da accettare e approfittarne, la vita. Un attimo che hai capito cos'è vivere ed è già ora di morire, mi hai davvero colpito. Bravo
  • Christian Brogi il 29/05/2008 10:44
    è proprio vero, la vita consuma tutto di noi, ma spesso il nostro spirito rimane giovane e lucido. Mentre il nostro corpo è pronto a morire, il nostro spirito vorrebbe vivere per sempre.
  • germinal gilli il 29/12/2006 14:38
    Scrivere di chi soffre e invece aiutare nella sofferenza le persone sono modi diversi ma importanti del vivere civile
  • germinal gilli il 25/12/2006 11:51
    Un problema struggente e attuale: Eutanasia

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