Cammina l'inverno
più nulla da perdere
più nulla da pretendere
trascinandosi in giornate fredde
in piccole infelicità sotto pelle
gli occhi allungati come foglie
posato dolcemente negli specchi
riempito dalle ombre di chi passa.
È un lungo brivido d'acqua
a dividere la notte
un angelo ritagliato nella carta
mosca e vento
in piccole croci bagnate dalla pioggia
sfiora l'amore
i sassi che affondano nel fango
in un tempo impuro di colori.
Mi attardo nel mio corpo
in spighe di grano ancora verdi
e sento in dissolvenza
le tue mani che crescono lontane
mentre il giorno
lentamente muore.