Degni del cielo sono i tuoi occhi.
Cade una stella da quelle lacrime.
Gioia si prova nel perdersi in te,
Nel labirinto della tua vita.
Non dirmi niente, non aiutarmi.
Voglio per sempre restare perso,
Non trovare mai la strada del ritorno,
Perché la smarrita è meno bella.
E nel tuo viso, nel tuo corpo caldo di vita,
Voglio scorgere ogni particolare
Per poter vivere in simbiosi,
Per dividere tutto, per mostrarti
Quello che di te non conosci
Ma che io ho scorto.
Ti mostrerò la migliore parte,
La parte più grande, perché la peggiore
È grande quanto me nell’universo.
Il tuo universo. Che costruiremo,
Che baceremo, che canteremo,
Ogni volta che vorrai.
Ma, ti prego, non aiutarmi.
Fammi rimanere perso in te.
Così saprai che rimarremo insieme sempre,
E dall’alto del cielo potrai conoscermi
Di più che vuoi, e vedrai che già siamo uniti,
Attratti, come la terra e il sole,
Come la luna e il mare.
La luna che alza, scuote,
Il vasto mare per accarezzarlo.
Come io con te ti carezzerei,
Ti alzerai. E trionferà l’amore
Nel modo più bello, nel modo tuo,
Che sei degna del cielo.
E non piangere, non perdere stelle.
Perché se dico questo
È perché tu me lo hai chiesto
In silenzio, con gli occhi.
Perché ora, sai, io ti conosco,
Conosco ogni brusio del tuo iride.
E mi hai chiesto ed ho scritto. Di te.
E di me che non finirò mai di scorgerti
E non troverò mai l’uscita,
Perché l’amore chiude tutte le porte
Del labirinto e non mi fa uscire.
E non voglio uscire.
Perso sono e perso voglio restare
Nel tuo corpo, nel tuo viso, nelle gioie,
Nei dolori, nelle angustie, nel tuo firmamento,
Nei tuoi occhi.