Occhio attento ad ogni luccichio lontano,
il mirino puntato ad altezza d'uomo,
colpi di mortaio sibilano tutt'intorno
come fuochi d'articifio
per celebrare la festa della morte.
Uno sparo, un sol colpo, al petto,
l'occhio non più attento, spento,
la mente vola verso immagini sempre meno nitide:
immagine di una madre che piange un figlio,
morto per una patria che lo ha mandato a morire;
immagine di una ragazza, vedova ancor prima delle nozze,
rannicchiata sul suo diario
a scrivere con le lacrime
il dolore per la morte del suo soldato,
mentre una vita nuova si muove nel suo ventre,
a ricordarle che da oggi la sua vita
sarà ancor più difficile.
Queste immagini, nella mente del soldato,
si accavallano come fili che tessono un lenzuolo mortuario,
mentre il suo cuore batte un'ultima volta,
e l'eco nel petto grida all'ingiustizia
di un mondo che gli ha spaccato la vita,
senza un motivo.
Ora il soldato non è un eroe,
è solo un cadavere abbandonato
alla fame dei vermi...