Mi sono fatto una doccia di sole
gridavo
non potevo cantare
abbassati Oh sole mio
era giustamente terribilmente bollente
Le gocce d’acqua scintillavano in luminosi diamanti
in petali gialli sfumava la mia pelle
di profumata odorosa calendula gialla
Uno strano formicolio mi ronzava in testa
la solita rivoluzione di neuroni del emisfero destro
per una volta in gioiosa festa sferica creativa apolitica
Ah se le cellule ricordassero
il loro destino programmato
alacremente mi ostino
in campagna elettorale
a lavare in oro l'eletta
la mia materia grigia smorta
lasciandola Tramutare in alchemico bianco d’uovo arlecchino
le menti cellulari continuano ostinatamente
in superficiale testarda memoria
a riprodurre il solito grigiore
agganciato per caso chissà quando in dove
Mentre le laboriose formichine di un formicaio vicino
hanno incominciato a cantare a squarciagola le invidiose
da quando hanno visto la mesta Maestra cicala invernale
diventare Stramiliardaria stellare
a causa della sua sublime voce danzante
fumarsi un sigaro
lei può oramai
non danza più per il freddo
solo per immenso piacere
è diventata una star divina
sta a gambe incrociate
ad abbronzare in una estate perenne
presso il paradisiaco lago sorgente
permettendosi per maggiordomo il castello terrestre di La Fontaine
in sovrana amorevole in-tendenza