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Il desco del mondo

Tronfio galantuomo,
che t’imbuchi al convito
a monopolizzar insolente
il posto d’onore,
quello più ambito
per ghermire, cupido
la parte migliore
e conceder beffardo
alcunché al prossimo.

T’ingozzi del presente,
abbandoni cumuli
d’avanzi in cenere
e sostanze funeste,
costringi l’avvenire,
dimentico pure
della propria progenie
oltraggi menzognero
i biasimi delle scienze.

Sazio e mai pago,
scribacchi il testamento
di un’eredità stridula,
dal gusto amaro.
Anche ora, ch’avverti
il vespro esistenziale
benché, ebro e moribondo,
bofonchi aggrappato
al desco del mondo.

 

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4 commenti:

  • Massimo Tusa il 13/03/2009 09:07
    Questa poesia è stata presentata alla "Carovana dei Versi 08" e si trova anche nell'antologia "Le strade della poesia" Book Editore
    Buona lettura
    Max
  • ANNA MARIA CONSOLO il 10/03/2009 16:17
    A Max... possiamo fare solo questo! Gridarglielo in faccia! Ben fatto!
  • loretta margherita citarei il 01/03/2009 08:58
    molto significativa e ben scritta, da rapportare ad uomini e caporali di totò.
    purtroppo il mondo è pieno di codeste persone, verso le quali nutro una profonda compassione per la loro miseria d'animo
  • Anonimo il 23/02/2009 12:21
    ... splendida Massimo
    Aurora

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