Tronfio galantuomo,
che t’imbuchi al convito
a monopolizzar insolente
il posto d’onore,
quello più ambito
per ghermire, cupido
la parte migliore
e conceder beffardo
alcunché al prossimo.
T’ingozzi del presente,
abbandoni cumuli
d’avanzi in cenere
e sostanze funeste,
costringi l’avvenire,
dimentico pure
della propria progenie
oltraggi menzognero
i biasimi delle scienze.
Sazio e mai pago,
scribacchi il testamento
di un’eredità stridula,
dal gusto amaro.
Anche ora, ch’avverti
il vespro esistenziale
benché, ebro e moribondo,
bofonchi aggrappato
al desco del mondo.